Dopo anni nei quali ci si è preparati a vivere, giunge l’occasione di mettere a frutto l’esperienza acquisita, di misurarsi con quanto appreso, di godere dell’essere “diventato grande”. Non basta più solo avere un’occupazione o un lavoro regolarmente stipendiato, se poi non puoi organizzare la tua vita in sicurezza e con la possibilità di poter scegliere.

Da ciò nasce il progetto di vita indipendente, che si sviluppa sull’esperienza del percorso di autonomia offerto dal programma “Vogliamo la Luna”. La nostra cooperativa si è così impegnata a riconoscere, dando dignità all’essere disabili adulti, a quegli ospiti dei propri servizi residenziali che tanto e a lungo si sono impegnati per diventare grandi.

Il progetto di vita indipendente permette alla persona diversamente abile di terminare la propria formazione all’autonomia con un reale traguardo: la propria casa. 

In cosa consiste?

La vita indipendente è il coronamento di un percorso formativo nel quale l’obiettivo primario è di crescere in responsabilità personale e saper organizzare la propria vita, “mettendo su casa” da solo e in modo integrato in un contesto territoriale “normale”.
inoltre è importante ricordare che gli ospiti non sono lasciati soli ma sono sempre seguiti da un educatore e fanno attività di gruppo.

Il servizio di vita indipendente

Il progetto “Vogliamo la Luna” consiste nel dotare le persone diversamente abili, che hanno sviluppato capacità di sostenere da soli scelte e che sono in grado di mantenere comportamenti sociali corretti, di una propria abitazione in contesti condominiali “normali”. La cooperativa ha acquistato nel 2007 due appartamenti di nuova realizzazione a Binago (Co), che sono in grado di ospitare fino a 4 persone disabili. Un appartamento è già occupato da una ragazza diversamente abile, che ha così concluso il proprio progetto formativo alla vita indipendente e che attualmente è in cerca di lavoro. Come é strutturata?

Gli appartamenti sono un bilocale e un trilocale, entrambi con giardino di proprietà, situati al piano terreno di una serie di tre palazzine di pregio realizzate nel 2006 in pieno centro abitato. Qui gli ospiti organizzano i propri spazi, disponendo arredi, invitando persone, gestendo le pulizie e il riordino, pranzando e cenando, sviluppando cioè una vita normale, scandita dagli impegni esterni di tipo lavorativo o occupazionale.

Quali obiettivi guidano gli interventi educativi

Il progetto di sostegno alla vita indipendente si pone come traguardo di un lungo percorso di preparazione nel quale vengono potenziate le abilità nel gestirsi da soli il proprio tempo e i propri spazi, di rispettare la proprietà e la quiete altrui, di riconosce e valutare le situazioni di pericolo, di evitare comportamenti inadatti, di praticare la socialità come relazione e integrazione nel contesto abitativo normale, di sviluppare amicizie e incontri con altre persone (rete di vicinato), di saper valutare se stessi, le proprie forze e capacità, di riconoscersi adulti e capaci di realizzare la propria vita (gestione autonoma o semi-autonoma).

Gli effetti di questa esperienza hanno un duplice vantaggio: da una parte non si “acquista” un servizio che non serve (es. non devo pagare chi mi fa da mangiare se sono in grado di farlo da solo) e ciò incide diminuendo i costi economici e sociali; dall’altra il disabile che raggiunge questo traguardo vedrà aumentata la propria autostima e soddisfazione di vita.

Il personale coinvolto

La Cooperativa Arca 88 offre un affiancamento per i lavori di casa più importanti, per valutare le cose da fare, per attuare i programmi quotidiani di attività. Il personale (educatori e ausiliari) è quindi impegnato nel fornire un appoggio discreto e un sostegno/confronto educativo rispetto alle emozioni, sensazioni e desideri di sviluppo che la vita indipendente offre.

In particolare, gli educatori sorvegliano che le abitudini e la quotidianità siano impostate in modo da rendere produttiva la propria vita e riempirla di senso.

Tutto ciò viene svolto in modo “discreto”, contrattando con l’ospite i tempi e le modalità, gli obiettivi e le procedure: insegnando quindi come chiedere aiuto e come provare a “cavarsela da soli” assumendo rischi ragionevoli. Questo modello operativo è stato al centro di un congresso internazionale, al quale abbiamo partecipato portando la nostra esperienza, di una serie di pubblicazioni e di tavoli tematici sullo sviluppo del “dopo di noi” dei genitori di ragazzi disabili.